venerdì 25 novembre 2011

The 100 thing challenge

I 100 fondamentali.
Fondamentale: Dal lat. tardo fundamentale(m), deriv. di fundamentum ‘fondamento’; che costituisce il fondamento di qualcosa.
La nostra essenza, il nostro io, perché le cose alle quali non rinunceremmo noi, raccontano tutto di noi.

1.     Il cellulare. Qualcuno potrebbe inorridire. Al primo posto metto il cellulare. Quando mesi fa me lo hanno rubato in palestra mi sono sentita privata di un pezzo di me. Contiene la mia vita: i messaggi, le foto, la musica, gli appunti presi in giro, le persone che ho incontrato. È il mio segretario: mi ricorda i compleanni, le visite da fare, gli appuntamenti. Si dice “chi non ha buona memoria ha buone gambe”. Io ho un buon cellulare.
2.     Il mio computer. Mi affeziono agli oggetti. Gli ho dato un nome: Vaiocco.
3.     La mia Nikon D3000. Cara, faremo grandi cose insieme.
4.     Internet.
5.     La macchina.
6.     La radio in macchina.
7.     I guanti neri con le dita tagliate.
8.     Il mio bracciale di pelle. Mi da sicurezza, senza mi sento nuda.
9.     Il mio orecchino di legno. Porto solo un orecchino, all’orecchio sinistro. L’altro buco si è chiuso anni fa. Non ho il coraggio di farlo riaprire.
10.   Il piercing. Però ho avuto il coraggio di farmi bucare l’ombelico.
11.   Il cappotto rosso con i bottoni neri. Perché dico di voler passare inosservata, ma in realtà voglio essere notata. Con discrezione.
12.   Lo smalto nero.
13.   I jeans stretti. Quelli che posso mettere con le Converse bianche e con gli stivali neri.
14.   Le Converse bianche.
15.   Le ballerine estive, quelle bianche con le scritte blu e rosso, che sembrano converse.
16.   Gli stivali neri.
17.   La maglia del concerto dei Combichrist.
18.   Liebe ist für alle da. -Rammstein- Lo adoro. Mi ha accompagnata per mesi mentre andavo a lavoro. Mi calma.
19.   Il Greatest Hits dei Foo Fighters. “breathe out so I can breathe you in” [cit.] 
20.   Cantiecontrocantincantina –I ratti della sabina-
21.   La foto con B.S. piccola fatta durante la finale dei mondiali di calcio del 2006.
22.   La foto con B.D. fatta al mare.
23.   L’unica foto con i miei due nonni. Insieme.
24.   La foto con B.D. e A.P. mentre preparavamo la festa di Halloween. Quando ancora non eravamo Energie.
25.   La locandina della mostra fotografica fatta poco prima si smettere di essere Energia.
26.   La borsa nera con le borchie.
27.   Le Shox bianche. Le mie compagne di palestra preferite.
28.   La nutella. È la compagna con cui trascorro le serate quando la giornata non è andata esattamente nella direzione giusta, o la mattina quando so già che la giornata sarà lunga e impegnativa, quando ho bisogno di coccole. O semplicemente sulla fetta biscottata perché è buona da morire.
29.   La cioccolata in barrette, da mordere o da rompere con le mani e assaporare pezzetto per pezzetto. Rigorosamente al latte.
30.   Il costume nero.
31.   L’asciugamano verde e oro per il mare.
32.   Le infradito nere di paglia.
33.   Il piumone calore 5 dell’Ikea. Mi serve per quando vado in letargo.
34.   Il diffusore per i miei nuovi ricci. È bellissimo non essere costrette a pettinarsi la mattina o a farsi la piastra.
35.   Il poncho di lana.
36.   Il burrocacao. Quello che sa di confetto, che se lo lasci dentro la borsa del mare si squaglia.
37.   Il fondotinta. Il mio colore naturale varia dal bianco al verdognolo passando per il giallo.
38.   Il fard. Per sistemare la questione del n.28.
39.   La matita nera per gli occhi.
40.   Il mascara. Madre Natura non mi ha dotata di ciglia da felino, come dice la pubblicità.
41.   Il deodorante.
42.   Le pinzette verdi.
43.   La crema per le mani.
44.   Lo spazzolino, ma non uno qualsiasi, quello della mentadent tutto piegato. Gli altri spazzolini sono troppo grandi.
45.   La tazza per la tisana, quella con il filtro e il coperchio per non far disperdere il calore, il profumo.
46.   Il the, da bere nella tazza.
47.   Il caffè, in tutte le sue forme.
48.   Il vino bianco. Meglio se Gewurztraminer o Pecorino. Non bevo vino rosso, odora di mozzarella.
49.   La coca cola. Possibilmente in bottiglia di vetro.
50.   L’enigma del solitario -Jostein Gaarder- “In fondo, su questo pianeta, vivono cinque miliardi di esseri umani. Poi uno s'innamora di una certa persona e non vuole cambiarla con nessun'altra.” [cit.]
51.   Il paradiso degli orchi -Daniel Pennac- “Quale istinto ci dice che un orologio è fermo, anche se segna l'ora giusta?” [cit.]
52.   La fata carabina -Daniel Pennac-Ma così è la vita: se incontri un essere umano nella folla, seguilo... seguilo.” [cit.]
53.   La prosivendola -Daniel Pennac- “Ma c'è qualcosa di peggio dell'imprevisto, [...] le certezze!” [cit.]
54.   Signor Malaussène -Daniel Pennac- “A nascere son buoni tutti! Persino io sono nato! Ma poi bisogna divenire! divenire! crescere, aumentare, svilupparsi, ingrossare (senza gonfiare), accettare i mutamenti (ma non le mutazioni), maturare (senza avvizzire), evolvere (e valutare), progredire (senza rimbambire), durare (senza vegetare), invecchiare (senza troppo ringiovanire), e morire senza protestare, per finire... un programma enorme, una vigilanza continua... perché a ogni età l'età si ribella contro l'età, sai! E se fosse solo questione di età... ma c'è anche il contesto!” [cit.]
55.   Ultime notizie dalla famiglia -Daniel Pennac- “Ciò che Dio non può più fare, una donna, a volte, lo può fare.” [cit]
56.   La passione secondo Thérèse -Daniel Pennac- “«Therésè cara, dormi?» – Aveva gli occhi spalancati nel buio. – «Therésè, cos'hai?» – Mi ha detto: «Amo.»” [cit.]
57.   Per chi suona la campana -Ernest Hemingway- “Tu chiedi l’impossibile. Pretendi l’assurdo. Se ami questa ragazza, se l’ami quanto dici, ti conviene dunque amarla con tutte le tue forze e compensare con l’intensità ciò che vi mancherà in continuità e durata.” [cit.]
58.   Cime tempestose -Emily Brontë-
59.   Orgoglio e pregiudizio -Jane Austen- “Ma è comunque una vera fortuna avere qualcosa ancora da desiderare. Se tutto fosse perfetto dovrei aspettarmi sicuramente qualche delusione.”  [cit.]
60.   Il tubino nero Omai.
61.   Lo scaldotto.
62.   Il cappello con le orecchie. L’ho comprato l’anno scorso al Romics. Mi da un’aria veramente ridicola. È stupendo.
63.   La limetta per le unghie.
64.   Il puzzle de “il bacio” di Klimt.
65.   I pantaloni colorati con il cavallo bassissimo, quelli che quando li metto mi chiedono tutti se ho le cartine. Non dovrebbero esserci pregiudizi legati all’abbigliamento.
66.   La borsa come i pantaloni del n.46.
67.   Il gelato. Soprattutto se è con la brioche.
68.   La pizza. Se posso scegliere, la preferisco alta, soffice.
69.   Il cibo cinese, tutto, ma non le rane.
70.   I leggings neri con il merletto da mettere d’estate con la gonna di jeans.
71.   I leggings grigi. Da mettere con qualsiasi cosa.
72.   La gonna di jeans, quella corta. Così corta che servono i leggings.
73.   La maglia grigia con i teschi.
74.   La matita, per prendere appunti.
75.   La gomma, per cancellarli.
76.   Le cuffiette della Skullcandy, quelle nuove rosse. Le altre me le hanno rubate con il cellulare. Avevano si e no 5 giorni.
77.   Gli occhiali per quando lavoro. Quelli neri, non quelli bianchi. I bianchi sono per quando guido.
78.   Il navigatore. Non ho senso dell’orientamento, mi perdo nel centro commerciale. Quando esco dalla palestra non so mai dove ho parcheggiato. Tre volte a settimana, verso le 21, potete trovarmi che vago per il parcheggio, parlando al telefono, nel vano tentativo di non far notare che sto cercando la macchina. Così come la mattina, una volta nel cortile, aziono il telecomando stando attenta a percepire il “tac” che mi segnala l’apertura della macchina.
79.   I post-it. Per la mia pessima memoria. Il record è stato raggiunto al mio cambio ufficio: 22 sparsi tra PC telefono e cassettiera.
80.   La maglia nera a maniche corte. Una delle mie n maglie nere.
81.   La canottiera nera. Quella che ho ricucito diverse volte. Vedi che significa comprare le cose a 3 Euro?
82.   La maglia con la scritta “who needs big tits when you have an ass like this?”. Una volta era nera, poi è stata messa in lavatrice con i miei pantaloni del n. 54 che hanno colorato il colletto e la scritta di rosa. Mia madre per rimediare all’errore l’ha messa in una bacinella con una polvere che toglie le macchie causate da “scolorimento”. La polvere ha mangiato anche il nero della maglia. Adesso ha macchie nere, verdi militari e marroncine.
83.   L’oki.
84.   L’orologio verde scuro, rigido, che sembra un bracciale.
85.   Il vestito marrone estivo.
86.   I manicotti. Scelgo solo quelli neri.
87.   Il cubo di vetro con la foto di me e G fatta con il laser.
88.   Il castello errante di Howl, il film di  Hayao Miyazaki.
89.   La palestra vale come cosa?
90.   L’albero di natale.
91.   La frutta. In modo particolare le arance. E il cocomero.
92.   La sciarpa fatta da me. L’anno scorso, tornata da Malta e prima di ricominciare a lavorare, ho passato un mese e mezzo a casa senza fare nulla, con mia nonna che sferruzzava tutto il giorno. Mi ha insegnato a lavorare a maglia. So fare solo un tipo di punto, ovviamente. Ho fatto una sciarpa lunga due metri dai colori improponibile.
93.   Symphony and Metallica. Ascoltate “for whom the bell tolls” e capirete.
94.   L’hd con le foto.
95.   I biscotti. Tutti hanno bisogno dei biscotti.
96.   Le mie ricette dei dolci. Ho appena sfornato le Camille…
97.   La bilancia. No comment.
98.   Il profumo, quello rosa, dolce. Che non fa di me una dura.
99.   Il cappello di carta della laurea, che mi ha fatto C con un teschio gigante disegnato sopra.
100. Il filo interdentale. Poche chiacchiere.


Mi riservo il diritto di togliere e mettere cose a mio piacimento.

giovedì 24 novembre 2011

help !!!

Scambio le mie biglie di vetro, la sorpresina dei tegolini e il n.1362 di Topolino con chiunque mi aiuti ad inserire i commenti recenti nella sidebar.


Thanks.

mercoledì 23 novembre 2011

ever-changing

L'unica cosa immutabile della natura umana, é la sua mutevolezza.

Oscar Wilde

Il cambiamento spaventa, mette paura. C’è sempre quel bisogno di certezza, e il cambiamento per sua natura, è l’unica cosa che non dà. Certezze. Il cambiamento disorienta. Tutto ciò che abbiamo intorno cambia costantemente. Il cambiamento, che ci piaccia oppure no, ci accompagna ogni giorno.

A volte, fermandosi un momento, si potrebbe anche percepirlo. Lo senti nell’aria, lo inspiri e lo tocchi. Ti terrorizza. Dove sono i tuoi riferimenti, dove stanno i tuoi punti d’appoggio?

A volte invece è subdolo, quasi non te ne accorgi. Magari inizia con un nuovo taglio di capelli, provando qualcosa che poco tempo prima, settimane, giorni, perfino attimi, non avresti pensato di poter fare. Il brivido della novità, la scoperta che poi non è così male, e cambi un po’ anche altro.

Poi una mattina ti svegli e ti vedi diversa. E non è soltanto una questione fisica. I complimenti dall’esterno arrivano per l’aspetto fisico certo, ma è anche quell’essere più sicura, quel sentirti in grado di poter fare tutto. Si smussano angoli, si ammorbidiscono lati. Si creano angoli e si induriscono lati.

Non ascoltare chi dice che le persone non cambiano mai. Ognuno è in continua evoluzione. E puoi opporti quanto vuoi, puoi aggrapparti ai tuoi riferimenti, sentendo pian piano le dita cedere o puoi lasciarti andare.

Per quanto possa spaventare, è inevitabile. E qualche volta, il cambiamento non è poi così male.

E quindi cambiamo, per crescere, cambiamo.

martedì 22 novembre 2011

New home

Sembra un po' come ricominciare da capo. Entri e vedi solo i muri e i pavimenti non ti piacciono nemmeno tanto. A casa vecchia devi ancora fare gli scatoloni per prendere le tue cose. E' un po' triste però, ci hai vissuto per anni. Ogni cosa parla un po' di te e tutti ti conoscono per ciò che è contenuto nei vecchi scatoloni. Casa nuova vita nuova.
Per chi vuole sbirciare negli scatoloni apri qui.
Per chi non ne ha bisogno, io adesso abito qui.