giovedì 1 dicembre 2011

my person

In english for you, B. 
Meredith: Hai detto che Derek e io non ce l'avremmo fatta..Christina: E sono stata karmicamente impalata per averlo detto.Meredith: Ma hai ragione. La gente non vive per sempre felice e contenta, la gente a malapena riesce a vivere. E allora perché dovrebbe essere diverso per Derek e me?Christina: Meredith, perché ti importa di quello che penso io?Meredith: Perché tu sei la mia persona. E se farò questo con lui, se divento una ragazza sana, una ragazza tenera e sdolcinata che convive, ho bisogno di te. Devo sapere che ci sei, ho bisogno che mi incoraggi. Perché sei l'unica che mi conosce veramente, che sa tutto di me. Ho bisogno che tu faccia finta che ce la farò, anche se non ci credi, perché se mi abbandoni ora, allora sul serio, non ce la farò. E non avrò mai il lieto fine e questa sarà solo..Christina: La vita.Meredith: Guarda che ti sto pregando.Christina: Io credo che tu e Derek ce la farete, farete funzionare la cosa.Meredith: Lo dici solo per farmi felice?Christina: Sono la tua persona. Sono dalla tua parte.

Tutti noi abbiamo la nostra Persona. L’unica che sa tutto, che basta uno sguardo, che sa cosa dirti e come nel momento giusto. Quella che mentre stai pensando di mangiarti una confezione da mezzo chilo di gelato usando come cucchiaino i biscotti al cioccolato, ti manda un messaggio e ti fa sorridere.

La mia persona a gennaio partirà. Andrà all’estero per qualche mese. La felicità che provo per lei, l’orgoglio per il coraggio, sono pari all’intensità della mancanza che proverò.
L’ho conosciuta in quarta elementare, si era trasferita da un’altra città. Non andavamo nella stessa classe, ma i nostri genitori erano i rappresentanti di classe. Me la ricordo come la bambina con le orecchie grandi. La conoscenza vera e propria credo sia nata in realtà alle medie, neanche lì eravamo in classe insieme, ma giocavamo a pallavolo insieme. E camminavamo, tanto. Camminavamo da una parte all’altra della città. Le raccontavo che mi piacevano sempre i più belli della scuola, quelli che non mi avrebbero mai guardata. e dicevamo un sacco di cazzate.
Abbiamo giocato a pallavolo insieme per 5 anni credo. Lei era centrale e io opposto. Lei era titolare e io stavo in panchina. Almeno negli ultimi due anni.
È stato nel 1999, finite le superiori, quando inizi a crescere. L’ho vissuta per anni, poi ci siamo perse, ma è sempre stata la mia persona, perché dopo anni siamo tornate. E lei era sempre B, anche se diversa.
Lei è quella che ascolta, o meglio, legge, i cinque messaggi di fila che le mando quando penso e mi chiede se deve veramente rispondere o se è solo uno stream of consciousness. Lei è quella delle conversazioni improponibili su msn, come quella volta di zulzeri, il famoso Andrea Zulzeri. Rido ancora se ci penso…
Mi ha accompagnata all’università il giorno del mio ultimo esame. Non so se sa quanto è stata importante.
Lei è quella che suggerisce messaggi e mail, e ti evita figuracce; se non ti risponde ai messaggi è perché come al solito ha finito il credito. È quella del bicchiere di plastica con i pezzettini di cocomero dentro. Una macedonia? Si, grazie.
Per anni ci siamo fatte la stessa foto, abbracciate, sul suo divano di casa, con il gatto di fronte a noi, comodamente seduto sulla sedia. Noi e le nostre scarpe dell’onix con la suola alta. B, ti ricordi quando abbiamo scritto i nostri nomi e quelli dei nostri ragazzi nel bagno della palestra della scuola con un cuore intorno?
La mia Persona sa quando deve parlarmi e quando mi deve lasciare da sola, quando mi deve cazziare e mettere l’evidenza davanti agli occhi, quando mi servono i disegnini per capire le cose e me le ripete mille e mille volte. E sa quando mi serve un’uscita. La mia B è quella che chiamo, le arrivo a casa e la interrompo mentre beatamente si guardava la millesima puntata di “how I met your mother”, parliamo e poi mi dice grazie. Lei mi è venuta a trovare a Malta. Ha preso l’aereo ed è venuta. Ora, può non sembrare niente, ma lei c’era.
Non ha paura di chiedermi le cose, fa domande difficili e la detesto perché so che ha ragione. Il più delle volte. Non montarti la testa. Sei sempre quella che alla frase “ho visto un cane morto per la strada” ha chiesto “in che direzione andava?”.
Io sono una persona cupa e triste, ma non con lei. Lei l’abbraccio. A volte. Sono abbracci virtuali la maggior parte. Decisamente si. A Malta l’ho abbracciata tanto. Non dirò mai che ho quasi pianto.
È stata con me mentre vomitavo l’anima alla festa di Halloween e mi diceva di mangiare i biscotti e ascoltava i miei “sto per morire”.
  
Lei è la mia Persona, quella con cui ho bevuto l’infuso fragola e mango mentre guardavamo Harry Ti Presento Sally.

B, I'm on your side.
I love you B.

3 commenti:

Airbag ha detto...

anche lei a Londra?

p.s.: non mi sembri una persona cupa e triste. Vero che non ti conosco, ma, boh, a leggerti direi che sei solo un po' troppo rigida con te stessa.

Alice ha detto...

Rigida tipo una tavola da stiro senza imbottitura? Rigida come un ghiacciolo dimenticato nel freezer? Rigida come la Signorina Rottenmeier?

Airbag ha detto...

o tipo rigida perché voglio sapere anche il grado di rigidità? :P